PVF Latte Rugiada Matera campione d’Europa 1993

La PVF Latte Rugiada Matera esordì nella 33ª edizione di Coppa dei Campioni di pallavolo femminile della stagione 1992-1993 iniziata con la fase a eliminazione diretta il 3 ottobre 1992. La PVF cominciò la sua marcia trionfale direttamente dagli ottavi di finale il 5 dicembre 1992. In quella occasione affrontò nella gara di andata la squadra campione di Bulgaria, il CSKA Sofia già campione d’Europa nel 1984 (a spese della Teodora Ravenna) in cui militavano le celebri giocatrici Emilia Pachova, Neli Marinova e l’opposta mancina Antonina Zetova, pilastri della nazionale bulgara e poi future campionesse anche in Italia a Modena. Le bulgare per qualificarsi avevano sconfitto nel turno precedente le greche del Panathinaikos Atene campione di Grecia mentre invece la PVF Matera – in base alle regole di allora – acquisì l’accesso diretto agli ottavi. Pur non conoscendo le avversarie, le ragazze di Giorgio Barbieri si imposero con un duplice 3 a 0 sulle bulgare. La prima partita si disputò a Matera mentre la seconda fu giocata a Cutrofiano.

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Nei quarti di finale la PVF Matera affrontò le temibili tedesche del team USC Munster, le quali si erano sbarazzate precedentemente delle rumene del Rapid Bucarest. La società tedesca era talmente sicura di passare il turno che si era candidata per organizzare la final four della competizione in casa propria in Germania. La palleggiatrice Beate Buhler, amante del gioco veloce, orchestrava una squadra che aveva nella giovane olandese Erna Brinkman (titolare della sua nazionale alle Olimpiadi di Barcelona disputate pochi mesi prima) e nella schiacciatrice cinese Xiu-Lan Teng i suoi punti di forza. La Brinkman sostituì la sua compagna di nazionale Marjolein de Jong, passata nel frattempo all’Aster Roma. Un altro elemento di spicco era la centrale della nazionale tedesca Karin Steyaert. La guida tecnica era affidata all’olandese Harry Brokking, ex coach della nazionale maschile del suo Paese. Il Munster era un team grintoso e combattivo ed era praticamente imbattibile in casa, con un pubblico caldissimo che raggiungeva mediamente i 4000 spettatori a partita. Ma di fronte a sè le tedesche non avevano una squadra qualunque. La PVF Matera, galvanizzata dalla netta vittoria nel turno precedente con le bulgare e da uno strepitoso andamento in campionato, si presentarono al confronto decise a superare l’ultimo ostacolo prima della final four. La prima partita si giocò davanti a 2000 spettatori al Palazzetto dello sport di Viale delle Nazioni Unite a Matera il 20 gennaio 1993. Nonostante un dolore al ginocchio di Keba Phipps, la PVF – trascinata da un pubblico incredibile – travolse l’USC Munster per 3 a 0, vincendo l’ultimo set addirittura a 0. Un grandissimo Matera cominciava così a sognare la finale di Coppa dei Campioni per la prima volta nella sua storia sportiva. Alla PVF servivano “solo” 14 punti nella gara di ritorno per staccare il biglietto per la final four. In Germania, con un arbitraccio a sfavore e con il tremendo pubblico tedesco, la PVF perse al tie-break, guadagnando così l’accesso alla finale di Coppa dei Campioni. Dopo questa qualificazione aumentarono le chances del club lucano di organizzare in casa la finale di Coppa dei Campioni. La Federazione europea di pallavolo per poter candidare Matera chiese ai dirigenti lucani dei requisiti che però l’impianto di Viale delle Nazioni Unite non aveva. Fu così che si pensò di proporre lo splendido palazzetto di Santeramo in Colle, in provincia di Bari ma distante da Matera solo una ventina di km. Matera a breve sarebbe diventata la capitale del volley internazionale, con le finali di coppa Italia in programma pochi mesi dopo sempre nella città dei Sassi.

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La grande dirigenza materana, e in particolare il talentuoso e indomito manager Michele Uva, riuscirono a organizzare la final four di coppa dei campioni nel Sud Italia, in casa, a Santeramo in Colle. Le 4 squadre presenti in finale furono le russe dell’Uraločka Ekateninburg, il Mladost Zagabria, la Teodora Ravenna campione in carica e ovviamente la PVF Matera.

Il 26 febbraio nella prima giornata si disputarono due incontri: PVF Matera vs. Teodora Ravenna e Uraločka Ekateninburg vs. Mladost Zagabria. Il primo incontro aveva in pratica la funzione di “definire” le semifinali del giorno successivo. Matera vinse contro Ravenna per 3 a 2, dopo una rimonta stoica e una gara tiratissima con un tifo commovente che trascinò la squadra verso la vittoria, mentre l’Uraločka si sbarazzò facilmente del Mladost Zagabria per 3 a 0. Fu una partita mozzafiato, incredibile, dove accadde tutto e il contrario di tutto mandando in visibilio gli oltre 4000 spettatori presenti. Matera vinse il primo set, per poi scomparire nel secondo e nel terzo fino al 10-3 nel quarto. All’improvviso tutto cambiò e la PVF trovò energie che sembravano esaurite, arrivando alla drammatica vittoria del quarto set per 17-15 e poi anche del quinto con lo stesso punteggio. Il pubblico piangeva e urlava come se il Matera fosse già campione d’Europa.

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Questo risultato fu importante per il morale ma soprattutto per evitare le temibili russe dell’Uraločka in semifinale, che invece toccarono alla perdente Teodora Ravenna. Tra le fila russe c’era la bellissima Gracheva, Artamonova e Menshova fortissime e irresistibili, e la Tichenko, ufficialmente erede della mitica Valentina Oghienko ormai sul viale del tramonto. La Teodora Ravenna però era uno squadrone e vinse per 3 a 2 dimostrando di voler difendere il titolo con tutte le sue forze. Fu un grande incontro e a Santeramo in campo c’erano le migliori giocatrici al mondo di recente viste alle Olimpiadi. La Teodora aveva la fortissima Henriette Weersing (unico vero alter-ego di Keba Phipps) e Caren Kemner (bronzo alle recenti Olimpiadi di Barcelona con gli USA) più il blocco della nazionale italiana Turrini, Zambelli, Bertini e Croatto guidato dalla grande Manu Benelli in regia. L’indimenticabile Sergio Guerra guidava questa corazzata che aveva in panchina le bandiere Lilly Bernardi e Betty Bigiarini, monumenti della pallavolo europea con 11 scudetti di fila conquistati (insieme a Manu Benelli) e 2 coppe dei campioni.

Nell’altra semifinale intanto la PVF Matera aveva la meglio per 3 a 0 sul Mladost Zagabria, capitanato nientemeno che da Irina Kirillova, la miglior palleggiatrice del mondo. Tra le croate c’era la giovanissima Barbara Jelic, futura campionessa di livello mondiale e figlia dell’allenatore, e la centrale Slavica Kuzmanic, che sarebbe arrivata alla PVF Matera 6 anni dopo. Il 28 febbraio Matera e Ravenna si contesero la finale di Coppa dei Campioni 1993.

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Ravenna vinse il primo set, ma nei parziali successivi la PVF salì in cattedra con una prova straordinaria dell’ex di turno Gaby Perez del Solar, della solita immensa Keba Phipps, di Paola Franco e Laura Campanale, di Anna Maria Marasi, di Consuelo Mangifesta e di Giseli Gavio, vere trascinatrici di una squadra che credeva nel successo anche nei momenti peggiori. Giorgio Barbieri portò la PVF alla conquista dello scudetto e della Coppa Campioni a distanza di soli 9 mesi.

Tra le materane Consuelo Mangifesta fu premiata come miglior difesa, Gaby Perez del Solar come miglior muro e Keba Phipps come miglior giocatrice del torneo.

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La PVF Matera vinse la prima Coppa dei Campioni della sua storia per 3 a 1 dopo una partita indimenticabile giocata davanti a 5000 spettatori. Matera con questa vittoria e con la partecipazione di oltre 13000 spettatori durante tutta la final four diventò così la nuova capitale del volley.

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La PVF Matera nella stagione 1992-93

La Pvf con lo sponsor Latte Rugiada cominciava la stagione 1992-93 con l’obiettivo di difendere lo storico scudetto conquistato l’anno precedente. E per far ciò, approdava a Matera la fuoriclasse peruviana Gabriela Perez Del Solar, tra le migliori centrali al mondo protagonista in campo internazionale con la nazionale del Peru e al suo terzo anno in Italia dopo aver militato il suo primo anno nella Nausicaa Reggio Calabria e nella Teodora Ravenna nella stagione 91-92, conquistando la Coppa dei Campioni.

Insieme alla Perez del Solar, a Matera arrivano la giovanissima centrale Pina Di Fonzo, l’universale e tuttofare Laura Campanale dall’Assovini Bari e la giovane palleggiatrice toscana Francesca Vannini. A completare la rosa la giovane Milena Mazzilli, unica materana della squadra. Nel sestetto base c’erano Paola Franco, ormai bandiera della squadra e determinante nella conquista del primo scudetto l’anno precedente, la solita e immensa Keba Phipps, e il trio delle meraviglie composto da Anna Maria Marasi, Giseli Gavio e Consuelo Mangifesta. L’allenatore Giorgio Barbieri fu confermato alla guida della squadra.

La PVF Matera per la prima volta nella sua storia durante la stagione 92-93 era in Coppa dei Campioni, dovendo contestualmente difendere il suo primo e storico scudetto conquistato l’anno precedente a Perugia. La principale avversaria era quell’anno la Teodora Ravenna con il “clan” della nazionale italiana di pallavolo capitanato da Manu Benelli di cui facevano parte Alessandra Zambelli, Sabina Turrini, Sabrina Bertini, Lilly Bernardi (sul viale del tramonto dopo una sfavillante carriera), la giovane promessa azzurra Silvia Croatto e soprattutto le due fortissime straniere: la stella della nazionale olandese Henriette Weersing e l’americana Caren Kemner, tra le più forti schiacciatrici al mondo, con grandissima esperienze e riconoscimenti internazionali con le rispettive nazionali. La Teodora quell’anno rivaleggiò con la PVF Matera non solo in campionato ma anche in Coppa Italia e in Coppa dei Campioni, accedendo come campione in carica per la vittoria ottenuta l’anno precedente contro l’Uralochka Ekateninburg dello “zar” Nikolay Karpol.

Oltre all’avvincente testa a testa tra Matera e Ravenna,  fu la neopromossa Impresem Agrigento la terza incomoda della stagione, grazie alle titolatissime giocatrici della nazionale russa Irina Smirnova e Elena Chebukina, star della pallavolo femminile mondiale. Oltre a Matera e ad Agrigento il Sud Italia aveva incredibilmente altre 2 squadre in serie A: Victor Village Bari (con la forte centrale americana Kim Oden e la canadese Dumont) e Nausicaa Reggio Calabria (imbottita di naturalizzate, con la nazionale brasiliana Bodziak Ericieia Filò e la 19enne Elsa Carere). In campionato c’era anche l’ottima Fincres Roma che quell’anno conquistò a Instanbul la Coppa CEV con l’ex PVF Matera Rita Crockett, l’olandese Cinthia Boersma e la “matricola” Manuela Leggeri, futura promessa della pallavolo femminile italiana. Altre squadre competitive erano l’Ecoclear Sumirago con la brasiliana Vera Mossa, Carmen Pimentel e Miranda Da Costa Eliani, un grande Brummel Ancona di Ana Paula De Tassis, Tara Cross Battle, Daniela Biamonte e la russa Valentina Ogienko poi sostituita da Tatiana Sidorenko; Sirio Perugia con Guendalina Buffon, Cinzia Perona e Maurizia Cacciatori, l’Edilfornaciai San Lazzaro delle giovanissime Cristina Pirv, Vania Beccaria, Michela Monari e Luisella Milani, l’Isola Verde Modena con le 18enni prodigio Antonella Bragaglia e Darina Mifkova, Barbara Siciliano, Barbara Fontanesi e la stella americana Paula Weishoff. C’era Milano in A1, con l’Orion Sesto S. Giovanni di Tee Sanders (poi Williams) e Nancy Celis e Claudia Gatti. Per la salvezza lottarono tutto l’anno Menabò Reggio Emilia e Fulgor Fidenza.

 

La pallavolo femminile nella stagione 1992-93 era davvero presente da Nord a Sud in tutto lo stivale.

 

 

 

 

 

1992: PVF Matera campione d’Italia

Il Calia Salotti Matera nel 1992 incontrò in semifinale scudetto la mitica Teodora Ravenna che, dopo la vittoria in Coppa dei Campioni, inseguiva il suo dodicesimo scudetto consecutivo.

Le ravennati lottarono strenuamente per la difesa del loro trono inespugnato per più di una decade contro un Matera ormai lanciatissimo che dopo aver condotto per 2 gare a 0 subì una grintosissima rimonta che portò le squadre sul 2 a 2.

Nella quinta e decisiva finale il Matera dominò la Teodora Ravenna arrivando così a una storica finale scudetto contro l’Imet Sirio Perugia.

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Qualche giorno dopo la storica vittoria, la PVF affrontava in finale scudetto Perugia e, galvanizzata da questo risultato ottenuto contro Ravenna in semifinale, cominciava il suo trionfale cammino verso il tricolore.

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Il Calia Salotti Matera vinceva a distanza di pochi giorni anche la seconda partita, e portandosi avanti di 2 gare a 0, cominciava a far sognare il primo scudetto a un’intera città. 15 autobus partirono da Matera alla volta di Perugia per assistere alla sfida che avrebbe dichiarato la PVF Matera campione d’Italia.

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Il 17 Maggio 1992 per la prima volta nella storia della pallavolo femminile d’Italia Matera diventava campione d’Italia. Un successo storico, qualcosa che aveva il sapore del miracolo. L’ultima gara vinta a Perugia per 3 a 1, non fu un momento edificante per la pallavolo dato che a causa di alcuni tafferugli tra le due tifoserie l’incontro fu addirittura sospeso per alcuni minuti, ma decretò la definitiva consacrazione di questa squadra magnifica.

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Maurizia Cacciatori e Cinzia Perona
Maurizia Cacciatori e Cinzia Perona
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Barbara Leoni – Consuelo Mangifesta – Eliani Da Costa – Maurizia Cacciatori – Barbara Valsesia
Keba Phipps
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Krisztina Fekete – Giseli Gavio – Jana Pechova

L’inizio del primo dominio: 1991

Il Calia Salotti Matera, al suo quinto anno in serie A1, prendeva finalmente coscienza del suo potenziale e cominciava a fare sul serio intenzionata a spodestare così la Teodora Ravenna, regina indiscussa di tutti gli 11 campionati precedenti.
Keba Phipps, straordinaria promessa della pallavolo mondiale, aveva già militato come centrale nella nazionale USA e aveva appena trascorso la sua prima stagione in Italia nello Yoghi Ancona (1990/91). Contesa tra Matera e Ravenna, Keba optò per Matera, affermando: “meglio vincere il primo scudetto che perdere il dodicesimo”, motivando così la sua scelta.


L’arrivo di Keba Phipps incoraggiò tutto l’ambiente e galvanizzò la tifoseria materana. Infatti pur raggiungendo ottime posizioni in classifica nelle stagioni precedenti, a Matera non si era ancora mai pronunciata la parola scudetto. La giovane compagine materana, insieme alla Phipps, riconfermava le “veterane” Nada Zrilic, Paola Franco e Consuelo Mangifesta (giovanissime ma già da qualche anno a Matera, e ancora nel giro della Nazionale italiana), il capitano Barbara Leoni e l’ungherese Krisztina Fekete al centro, e acquistava la giovane Anna Maria Marasi dal Modena (promettente palleggiatrice eletta miglior giocatrice Under 21 nella stagione precedente), nonché la schiacciatrice mancina italo-brasiliana Giseli Gavio dal Nausicaa Reggio Calabria e Giorgio Barbieri come allenatore.
La stagione partì alla grande per Matera: vinse la Coppa Cev 1991 e 1992 nello stesso anno, la prima rinviata all’anno successivo per via della guerra e la seconda in casa a Matera in 3 giorni di gare, con un pubblico totale di quasi diecimila tifosi, un vero record per la pallavolo femminile in Italia.

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Il Calia Salotti Matera dopo queste brillanti vittorie europee subirà in campionato una cocente sconfitta interna (una delle pochissime di tutta la regular season 1991/92) ad opera dell’Imet Sirio Perugia, la sua vera antagonista in campionato a parte la solita Teodora Ravenna, che quell’anno riportava in Italia la Coppa dei Campioni battendo in finale le russe dell’Uralochka Ekateninburg grazie all’immensa Manu Benelli e alle straniere Gabriela Perez Del Solar (centrale, stella della nazionale peruviana) e Henriette Weersing, una delle più forti giocatrici del mondo alla prima stagione in Italia e grande avversaria della PVF da quell’anno in poi.

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Dopo questa sconfitta interna il Calia Salotti Matera subì una piccola crisi che culminò nella sconfitta nella finale di Coppa Italia a Perugia, sempre contro l’Imet Sirio al tie break. Perugia schierava quell’anno una grande squadra imperniata sul talento della brasiliana Vera Mossa (moglie dell’allenatore Bernardino), sulle giovani azzurre Guendalina Buffon, Maurizia Cacciatori e Cinzia Perona, sulla ceca Pechova e sull’altra brasiliana Eliani Da Costa. La PVF dimostrò comunque di essersi ripresa, perdendo per un punto soltanto contro le padrone di casa (17/16 al tie-break) e battendo in semifinale la Teodora Ravenna. Chiuse poi al terzo posto la competizione, battendo per 3 a 0 l’Edilfornaciai S. Lazzaro, che schierava nelle sue file la 19enne schiacciatrice romena Cristina Pirv, all’inizio della sua sfavillante carriera pallavolistica.

Il 1 aprile 1992 il Calia Salotti Matera chiuderà la regular season al secondo posto con 44 punti, appena dietro l’Imet Sirio Perugia con 46, e subito dopo la Teodora Ravenna con 40. (vd.sotto)

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Matera superava agevolmente nei quarti lo Yoghi Ancona di Ana Paula De Tassis con un doppio 3/0, mentre le altre “teste di serie” come da pronostico approdavano in semifinale: Teodora Ravenna, Imet Sirio Perugia e Orion S.S. Giovanni, grazie a una grande Nancy Celis, rivelazione del campionato.

Un favoloso Calia Salotti Matera in semifinale annientò la Teodora Ravenna di Weersing e Del Solar facendo sognare il tricolore a un’intera città, che al Palasassi si riversava per dimenticare i problemi sociali di quegli anni. Giunse in finale contro l’Imet Sirio Perugia.

Per la Teodora, dopo 11 scudetti consecutivi, si chiuse un ciclo memorabile per la pallavolo italiana. Le “bandiere” Lilly Bernardi, Manu Benelli, Alessandra Zambelli, Betty Bigiarini e Sabrina Bertini, rimasero nella rosa della squadra anche l’anno seguente guidati dal mitico allenatore Sergio Guerra, pur cedendo lo scettro alla squadra lucana.

 

 

PVF MATERA STORY

Correva l’anno 1976. Un gruppo di ragazzi amanti della pallavolo formava la società allora chiamata Libertas Pallavolo Femminile, che solo qualche anno più avanti divenne PV (Pallavolo) F (femminile). Già nell’anno sportivo 76/77 la PVF riuscì a partecipare al campionato di 2 Divisione.

Dopo 2 anni, nel 78/79, la PVF riusciva ad ottenere il suo primo traguardo storico: il primo ingresso in C2. La squadra continuava a vincere e l’anno successivo, nel 1980, conquista la C1. Nel 1982 entra in società Salvatore Bagnale.

Nel 1983-84 la PVF riesce a conquistare il 6 posto in B1 e l’anno successivo raggiunge per la prima volta nella sua storia la serie A2. Giungono così a Matera nomi blasonati: allenatori professionisti come Ivan Seferind e Pierpaolo Damiani, ma soprattutto la fuoriclasse Rodika Popa. La PVF, grazie alle prodezze della campionessa dell’Est, si classifica al 5 posto in A2 nella stagione 86/87. La Popa era una giocatrice rumena. Era universale e fortissima in tutti i fondamentali. Nell’85/86 collaborano con la società anche Nino Lamanna, Antonello Fatiguso e Notarangelo. Fu l’anno in cui la PVF conquistava la Coppa di Lega.

Mark Leasing Jesi contro Latte Rugiada Matera Capoliste A2 Femminile Campionato Italiano 86-87 (DA YOUTUBE)

Nel 1987/1988 la PVF conquista la serie A1 con la guida tecnica di Pierpaolo Damiani, con lo sponsor Landisystem.

Nel 1988/89 la Banca Pescopagano Matera finalizza alcuni importanti acquisti per il suo primo ingresso nella massima serie: la centrale Paola Franco dalla Pallavolo Chieri, all’epoca grande promessa del volley e la grande schiacciatrice Consuelo Mangifesta dal Fano, che l’anno precedente era riuscito ad arrivare fino ai quarti di finale eliminato dall’imbattibile Teodora Ravenna.

Dopo un ottimo campionato, la Pescopagano Matera viene eliminata nei quarti di finale dal Crocodile San Lazzaro, con un duplice 3 a 1. Fu una sconfitta onorevole, dato che poi il S. Lazzaro arrivò fino alla finale scudetto grazie ai talenti che aveva in squadra quali la Uribe, la Krempaska, la Viapiano e la Leoni. Fu poi sconfitto dalla “solita” Teodora Ravenna in sole 3 gare.

Nel 1989/90 la Banca Pescopagano Matera chiude la regular season al secondo posto. Nel sestetto furono confermate le campionesse Rudy Chudy, Consuelo Mangifesta, Nada Zrilic, Rita Crockett, Paola Franco e Svetlana Likolethova. L’allenatore era il grande Nino Beccari, un tecnico serio e preparato. Mentre la stella della squadra era Rita Crockett, nazionale USA dal 1978 al 1984. Divenne un vero idolo, e persino sua figlia Marita divenne una mascotte a Matera. Trascinava la squadra nel momenti decisivi, e con grande ardore condusse la Banca Pescopagano Matera fino alla semifinale scudetto, superando nei quarti di finale dei playoff l’Assovini Bari con un doppio 3/2.

                                 (Rita Crockett)

L’ascesa della PVF venne arrestata solo in semifinale dal Braglia Reggio Emilia, una forte squadra guidata da Astolfi che aveva giocatrici del calibro della Tait, la Conte, Betty Bigiarini, la Boselli, la nazionale Cinzia Flamigni e la statunitense Paula Weishoff.

Nonostante la classe della Weishoff e la solidità della squadra, il Reggio Emilia cederà poi in finale, battuto dall’onnipresente Teodora Ravenna in 4 gare. La Teodora Ravenna conquistava così il suo decimo scudetto consecutivo, continuando a dominare anche in Europa grazie al talento della monumentale Manu Benelli, regista dell’allora giovanissima Sabrina Bertini, e delle più esperte Lilly Bernardi, Patrizia Prati, e company.

 

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Nella stagione 90/91 la PVF Matera disputa un ottimo campionato e ottiene il suo primo trofeo internazionale conquistando la COPPA CEV, vinta in finale contro la Braglia Reggio Emilia l’anno successivo, rimandata per via della guerra in corso.

L’anno seguente Matera riscrisse la storia della pallavolo femminile in Italia.